Alle Loro Eccellenze
I signori Ambasciatori presso la Santa Sede di: Albania (via: embassy.vatican@mfa.gov.al ), Angola (via: emb.ang@angvatic.it ), Argentina (via: essed@mrecic.gov.ar ), Armenia (via: armvaticanembassy@mfa.am ), Australia (via: holysee.embassy@dfat.gov.au ), Austria (via: heiliger-stuhl-ob@bmeia.gv.at ), Azerbaigian (via: vatican@mission.mfa.gov.az ), Belgio (via: romeholysee@diplobel.fed.be ), Belize (via: embassybelize@belizeholysee.com ), Bolivia (via: embolvatican@gmail.com ), Bosnia ed Erzegovina (via: amb.vatikan@mvp.gov.ba ), Brasile (via: brasemb.vaticano@itamaraty.gov.br ), Bulgaria (via: embassy.vatican@mfa.bg ), Burkina Faso (via: ambassadeburkinavatican@yahoo.fr ), Camerun (via: ambacamvatican@gmail.com ), Canada (via: vatcn@international.gc.ca ), Cile (via: chilesantasede@minrel.gob.cl ), Cipro (via: embcyprusholysee@tin.it ), Colombia (via: estasede@cancilleria.gov.co ), Congo (Repubblica del Congo) (via: ambaco.vatican@gmail.com ), Congo (Repubblica Democratica del Congo) (via: missionrdcvaticantrois@gmail.com ), Corea (via: holysee@mofa.go.kr ), Costa d’Avorio (via: secretariat.vatican@diplomatie.gouv.ci ), Costa Rica (via: embcr.va@rree.go.cr ), Croazia (via: croemb.vatican@mvep.hr ), Cuba (via: embajada@cubassede.com ), Ecuador (via: eecusantasede@cancilleria.gob.ec ), Egitto (via: ambegyptvatican@tiscali.it ), El Salvador (via: embajadasv-santasede@rree.gob.sv ), Filippine (via: vatican.pe@dfa.gov.ph ), Finlandia (via: orma@irfrome.org ), Francia (via: ambfrssg@tin.it ), Gabon (via : ambagabonvatican@yahoo.com ), Georgia (via: vatican.emb@mfa.gov.ge ), Germania (via: info@vatikan.diplo.de ), Ghana (via: vaticanmissiongh@gmail.com ), Giappone (via: japanemb.holysee@va.mofa.go.jp ), Grecia (via: gremb.vat@mfa.gr ), Guatemala (via: embsantasede@minex.gob.gt ), Guinea Equatoriale (via: embaregesantasede@yahoo.es ), Haiti (via: saintsiege@diplomatie.ht ), Honduras (via: honduras.ss@ehss.it ), Indonesia (via: indonesiavatican@kemlu.go.id ), Iran (via: iranemb.vat@mfa.gov.ir ), Iraq (via: iraqivaticano@gmail.com ), Irlanda (via: holyseeembassy@dfa.ie ), Israele (via: vat@holysee.mfa.gov.il ), Italia (via: amb.scv@esteri.it ), Libano (via: vatican.leb@gmail.com ), Libia (via: libya_emb_va@foreign.gov.ly ), Lituania (via: amb.va@urm.lt ), Lussemburgo (via: jean-paul.muller@mae.etat.lu ), Macedonia del Nord (via: vatican@mfa.gov.mk ), Malesia (via: mwholysee@kln.gov.my ), Marocco (via: amba.vatican@maec.gov.ma ), Messico (via: embamexvat@gmail.com ), Monaco (via: ambmonacovat@gmail.com ), Montenegro (via: holysee@mfa.gov.me ), Nigeria (via: chancery@nigerianholysee.gov.ng ), Paesi Bassi (via: vat@minbuza.nl ), Palestina (via: vaticano@ambpalpss.com ), Panama (via: bbecerra@mire.gob.pa ), Paraguay (via: embapar.vaticano@mre.gov.py ), Perù (via: emperu.ssede@flashnet.it ), Polonia (via: watykan.amb.sekretariat@msz.gov.pl ), Portogallo (via: santase@mne.pt ), Regno Unito (via: holysee@fcdo.gov.uk ), Repubblica Ceca (via: vatican@embassy.mzv.cz ), Repubblica Dominicana (via: embadomsantasede@mirex.gob.do ), Romania (via: ambrovatican@gmail.com ), Russia (via: russsede@libero.it ), San Marino (via: amb.santasede@gov.sm ).
E, p. c., ai signori Ambasciatori presso la Repubblica Italiana
Coi di Zoldo, 28 luglio 2023
Oggetto: Proposta di sospendere i rapporti diplomatici con la Santa Sede
Eccellenza,
è indubbio che l’attività diplomatica costituisca, fin dall’antichità, una delle mansioni di maggior prestigio di ogni Società indipendente e sovrana, o ad essa parificata. Sono consapevole, perciò, dell’onore che mi deriva dal fatto ch’Ella, direttamente o tramite un Suo collaboratore a ciò incaricato, prenda visione di questo scritto, che non ha altro titolo per accreditarsi alla Sua attenzione se non quello della Sua benevolenza.
Del resto, non è forse la benevolenza il segreto della stessa diplomazia? Non sono forse l’ascolto instancabile, la fatica e la gioia dell’ascolto la miglior strada per qualsiasi intesa, preventiva e consolidativa? Anche le piante più maestose, e dotate di radici potenti, assimilano l’acqua goccia a goccia, e la loro floridezza non è garantita da abbondanti quanto improvvisi piovaschi ma solo dalla quiete solenne di piogge regolari; così è pure il dialogo tra gli esseri umani.
Fatte queste considerazioni preliminari, mi addentro nell’argomento al quale mi sono sentito in dovere di invitarLa a porgere la Sua attenzione.
Sacerdote cattolico, di 67 anni, non posso fingere di non vedere, e con dolore, che la Chiesa Cattolica sta vivendo uno dei periodi più difficoltosi della sua esistenza bi-millenaria. Sono ben consapevole, anche perché appassionato di storia, che la Chiesa, come qualsiasi aggregazione umana, problemi ne ha sempre avuti, sia al suo interno come nelle relazioni esterne; e mi è facile notare che, grazia a Dio, sono state scritte luminose pagine di Fede e di santità, accanto però ad altre, ad opera di suoi membri infedeli (tra i quali in qualche caso sono stato anch’io), di allontanamento dalla verità evangelica e persino, in alcune circostanze, con peccati gravi e violenze inenarrabili. Sicché, mentre in tutti i tempi abbiamo avuto, come Chiesa, Pastori e laici eroici e martiri, ne abbiamo avuto degli altri meschini, opportunisti e fautori di dolorosi scandali; Dio abbia pietà di tutti noi!
Quello che sta succedendo nella Chiesa dal termine del concilio Vaticano II (nel 1965) ad oggi, con una accelerazione inimmaginabile dall’ascesa alla cattedra e al trono di San Pietro dell’allora arcivescovo di Buenos Aires, è però assolutamente inedito e tale – qualora si intuisca la necessità morale e storica di interrompere simile implosione della Chiesa – da suggerire, per non dire richiedere, soluzioni o, almeno, tentativi di soluzione coraggiosi e inediti. Ad nova novum!
Non mi è possibile, purtroppo, sintetizzare in poche righe quanto accaduto dal 1965 in avanti, perché l’esporlo paucis verbis priverebbe le affermazioni della necessaria documentazione a loro supporto; preferisco, pertanto e sia pur con rammarico, limitarmi ad uno sguardo di sintesi, insieme a vostra Eccellenza, sulla situazione attuale.
Ebbene, la situazione odierna della Chiesa è caratterizzata, nella sua variegata complessità, da fenomeni di risveglio spirituale, precipuamente in alcuni Paesi, ma in altri da vistose erosioni quando non da veri e proprî tracolli del consenso dei fedeli. Quello che, ancora nel 1965, era stato avvertito da S.E. mons. Marcel Lefebvre come un vulnus alla Traditio della Chiesa, si è andato via via ampliando e strutturando in una Chiesa Cattolica parallela, ignorata da quella ufficiale ma, a differenza di questa, tutt’altro che in crisi, anzi in continua espansione, in tutti i continenti. Dopo la parentesi del Beato Giovanni Paolo I (1978), la situazione non è cambiata, anzi è peggiorata, con il gigantesco San Giovanni Paolo II (1978-2005); Benedetto XVI (2005-2013) ha tentato, in parte riuscendoci, un superamento dello scisma tramite il motu proprio «Summorum Pontificum» (2007), ma esso è stato pesantemente ridimensionato, e di fatto abrogato, dal motu proprio «Traditionis custodes» del 16 luglio 2021, beffardo persino nel titolo.
Il problema della Chiesa Cattolica, infatti, oggi come oggi, è proprio la persona dell’italo-argentino Jorge Mario Bergoglio (nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936), padre gesuita, già arcivescovo di Buenos Aires, che il 13 marzo 2013 è stato eletto 266.mo successore dell’apostolo Pietro, cioè papa col nome di Francesco I, assumendo con ciò anche la cattedra di vescovo di Roma e il trono di 8.vo sovrano dello Stato della Città del Vaticano. La personalità di costui lascia sbigottiti, sotto molteplici e importanti profili.
Nel mentre gli riconosciamo, ad un primo sguardo, alcune doti di sensibilità e – almeno all’apparenza – di attenzione ad alcune categorie sociali emarginate, per altri suoi atteggiamenti siamo costretti a chiederci se tale sensibilità sia autentica o solo di facciata e, più in generale, se si abbia a che fare con una persona sincera o, non piuttosto, con una psicologicamente disturbata e portata all’ipocrisia, alla doppiezza, all’insincerità, al freddo calcolo per secondi fini e a giochi di potere che ben poco hanno di religioso. L’ambiguità del suo comportamento è costante persino nelle azioni a carattere strettamente religioso e liturgico, quando alcune reazioni, da lui compiute in modo istintivo e inavvertito ma ripetuto, sembrano indici evidenti addirittura di mancanza di Fede, quando non di stizza e disamore verso ciò che si vede costretto a compiere in base al suo “essere papa”. Sorge allora spontaneo, osservandolo, l’interrogativo se per lui la liturgia abbia – come dovrebbe essere – una valenza oggettiva e trascendente o non si limiti invece ad una valenza, da lui più o meno sopportata e apprezzata, di carattere culturale, consuetudinario e quindi, in definitiva, neppure oggettivo ma di mera estrinsecazione della spiritualità soggettiva, condivisa da una comunità, in un determinato luogo e tempo storico, con disprezzo evidente per tutto ciò che non rientra – per tutto il resto – nel suo schema di «legittimo» e «illegittimo»; gli esempi, che si potrebbero fare al riguardo, sono innumerevoli.
La sottile e penosa distanza psicologica che traspare, nell’operato di Jorge Mario Bergoglio, tra il suo essere ufficiale e il suo essere reale non si riduce certo, come dicono alcuni, al fatto ch’egli sia un gesuita; anzi, ben potrebbe essere che nei lontani tempi della sua formazione sacerdotale, egli avesse creduto di trovare nella Compagnia di Gesù un aiuto al superamento di quella disarmonia che avvertiva in sé, come ho osservato avevano tentato di fare altri sacerdoti della sua generazione e di quella precedente, da me conosciuti di persona. Intuisco il suo dramma, come ho compreso il loro, ma su di esso qui non posso soffermarmi; lo rispetto e li apprezzo per quanto hanno fatto per superarlo.
Ma è per il loro stesso bene, oltreché per il bene della Chiesa, che quella disarmonia sia chiamata per nome e, valutata come tale, imponga quei provvedimenti che risultano inevitabili. Ben oltre le discrepanze e le insofferenze liturgiche, sempre nascoste a metà, la disarmonia interiore riflette e accentua, infatti, a volte in maniera blanda ma in altri casi in maniera tragica, le crisi spirituali personali e si propaga ad onda sui fedeli, consacrati e non. Se Jorge Mario Bergoglio fosse rimasto arcivescovo di Buenos Aires, ben pochi al mondo avrebbero notato i suoi dubbi e i suoi turbamenti, ed essi avrebbero avuto ripercussioni su un numero ristretto di anime; ma Bergoglio è salito sulla cattedra di San Pietro e le fiammelle inquiete della sua anima stanno devastando la Chiesa intera, distruggendola in molte sue strutturazioni storiche; e questo impone un dovere di loro difesa, perché non è giusto periscano travolte da problematiche altrui, che potrebbero e dovrebbero essere loro evitate.
Da Bergoglio, dal momento che è persona con rilevanza pubblica e non un semplice privato, arriva alle anime dei fedeli un pessimo segnale, di duplice valenza: 1) Di distacco e, per certi aspetti, di rinnegamento di punti importanti della dottrina della Chiesa, che pur dovrebbe difendere come suo compito primario («Confirma fratres tuos in Fide», disse Gesù a Pietro, questo gli ordinò di fare e non altro); 2) Di accostamento, indiscutibile, aprioristico, quasi dogmatico e infantile, alle proposte del Nuovo Ordine Mondiale, di chiara ispirazione massonica e, quindi, anti-cattolica e a-cristica!
Ci sarebbe molto da dire, ma devo limitarmi a dei semplici appunti:
1) Il concetto di religione, che ha Bergoglio, non è cattolico: ha una valenza culturale generica; il cattolicesimo è ridotto a «una delle possibili religioni» e la Fede è ridotta adun optional, utile, bello, santo ma non strettamente necessario per la salvezza eterna (cfr. la scandalosa Dichiarazione di Abu Dhabi del 4 febbraio 2019 tra papa Francesco e il grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb).
2) L’antropologia di Bergoglio non è cattolica: è di ispirazione biologista e immanentista, non spiritualista (cfr. l’enciclica «Fratelli tutti» del 2020). La fraternità umana, che ad essa si ispira, è quella massonica, fondata sulla natura intesa in senso scientista, e non è più la fraternità cattolica, fondata sulla grazia. Secondo tale antropologia, concetti quali: peccato originale, redenzione, sacerdozio, sacramenti, grazia, sono irrilevanti e superati, disutili e non funzionali al raggiungimento della fraternità mondiale così intesa; nell’antropologia cattolica, al contrario, di tali concetti non si può fare a meno.
3) La cosmologia di Bergoglio (cfr. in generale l’enciclica «Laudato si’» del 2015) non è cattolica. Segue un concetto naturalistico, nel senso di biologico e immanente, ha per orizzonte il «qui e ora»; la cosmologia cattolica, al contrario, ha al centro il concetto di contingenza, ossia di creaturalità e caducità ma anche di apertura alla redenzione, per cui «la creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio» (Rom 8, 19). La cosmologia massonica ha per orizzonte il creato, quella cattolica va oltre il creato (cfr. Is 65, 17; 66, 22; 2Pt 3, 13; Ap 21, 1). Di qui le parossistiche incitazioni di Bergoglio a salvare la Terra, considerata come casa comune, e la lettura superficiale, fuorviante e profondamente falsa delle crisi epidemica e climatica (entrambe presunte o, almeno, non naturali) degli ultimi anni.
4) La dottrina morale sulla famiglia e sull’affettività umana, che ha Bergoglio, è notoriamente in disaccordo con la dottrina cattolica. Posto di fronte alla responsabilità di certe sue affermazioni in «Amoris laetitia», si è rifiutato vigliaccamente di rispondere, e continua a farlo. La sua mancanza di difesa concreta della vita nascente e di condanna dei difensori dell’aborto è giunta a tal punto di obbrobrio da chiamare «atto di amore» dei sieri genici sperimentali per la cui formazione era stata posta in atto sciens et volens la soppressione di alcuni feti, cioè di alcuni esseri umani. Nel contempo, si è astenuto dal fare interventi concreti contro il dilagare delle teorie gender e del transumanesimo, pur affermando in qualche intervento di essere favorevole alla famiglia tradizionale ma poi, ambiguamente (come al solito), lasciando fare in senso contrario.
4) La dottrina sociale della Chiesa, che ha Bergoglio, non è cattolica. Segue acriticamente (e non si sa quanto consapevolmente) la dottrina della globalizzazione, portata avanti da forze ben note e sviluppo, nonché ampliamento delle teorie del conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi (1894-1972). Ha fatto suo, perciò, il piano di africanizzazione dell’Europa e di mescolamento delle razze, contro ogni sforzo di sovranità dei Popoli e di loro indipendenza, sempre bollato, persino con disprezzo, quale atto di egoismo anti-fraterno, anziché come doverosa difesa della propria identità specifica, in tutte le sue componenti. È nota la sua carenza assoluta di interventi reali contro la finanza speculativa e l’usura, o in difesa della sovranità popolare della moneta; è noto, per contro, il suo strano accordo con i banchieri de Rothschild (proprio loro!), di cui all’articolo nel secondo Post Scriptum. Grave il suo assoluto silenzio sulle violazioni dei diritti nel corso della “pandemia”, accompagnato dall’invito ad obbedire al proprio Governo, appoggiando quindi la ragion di Stato sulla ragione personale e buttando alle ortiche la dottrina personalista tipica dell’umanesimo cristiano, pur di accontentare i fautori del Nuovo Ordine Mondiale. Grave il suo silenzio sulla manipolazione della verità operata dai mass media, sulle censure sistematicamente messe in atto dai social network, sulle intimidazioni ai giornalisti, sull’imposizione del pensiero unico. Grave il suo silenzio sui nuovi programmi scolastici, impositivi dell’ideologia gender. Grave il suo silenzio sulle violazioni dei diritti umani in genere, e religiosi in particolare, da parte di alcuni Governi. Grave il suo silenzio sulle politiche espansionistiche degli USA e della NATO e sulle violazioni del diritto sovrano operato dall’Unione Europea. Grave il suo silenzio, di fatto, sul commercio delle armi, sulle sperimentazioni e la criminalità delle «scie chimiche» e sui laboratori biologici. Grave il suo silenzio sulla tratta dei bambini, sulle case di riposo trasformate in lager, sugli scandali sanitari, sulla distruzione delle agricolture autonome e autoctone e sul tentativo d’imposizione alle masse, da parte delle élite, del cibo-spazzatura e pseudo-biologico.
Eccellenza, mi rendo ben conto che non potrà essere il Governo del Suo Paese, né qualsiasi altro Governo, che potrà risolvere una situazione così complessa, tanto più che un intervento in tal senso si configurerebbe come «intromissione negli affari interni di un Paese straniero», qual è, per il diritto internazionale, la Santa Sede. Pur tuttavia, se anche un intervento attivo è impossibile, resta fattibile uno in forma passiva, quale potrebbe essere una sospensione momentanea e unilaterale delle relazioni diplomatiche, in attesa di una chiarificazione della figura del titolare della Santa Sede. Egli, infatti, dovrebbe essere riconosciuto dai cattolici come Papa ma, se questo non succede o succede solo parzialmente, o solo ufficialmente e a livello di strutture di potere, con che serietà i Governi non si sentono a disagio? Con che serietà accettano di avere una loro missione presso un alto Soggetto sospettato di illegittimità istituzionale?
E tutto questo ribadendo, da parte mia, che riconosco Jorge Mario Bergoglio quale papa Francesco I, pur sapendo, come ben illustrato dal dott. Andrea Cionci (Codice Ratzinger, Milano, Byoblu Edizioni, 2022), che è controversa la legittimità e persino la validità della sua elezione.
Nello stesso tempo, però, come sacerdote cattolico non mi è possibile immaginare un titolare della Santa Sede, cioè un vescovo di Roma e successore di San Pietro, che sia un eretico, anche se eletto legittimamente e validamente. Mi è necessario avere la certezza morale che al fatto storico della sua elezione, comunque avvenuta, corrisponda il fatto dogmatico del suo aver assunto il ministero Petrino, di averlo effettivamente voluto assumere al momento dell’elezione, e di volerlo effettivamente e onestamente esercitare.
Mi rivolgo perciò a Lei, Eccellenza, e agli altri ambasciatori, Suoi colleghi, per essere aiutato a veder posto in essere e tutelato il mio diritto, come cattolico, ad avere un Papa autentico ed essere certo che il sovrano della Città del Vaticano è, per me e per la Chiesa, non soltanto un sovrano ma il Pastore spirituale umanamente di massimo e sicuro riferimento evangelico.
Distinti, rispettosi saluti.
don Floriano Pellegrini
Via Belina, 16/c
32012 VAL DI ZOLDO (BL)
Via: 2016.baliato.daicoi@gmail.com
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Post Scriptum 1: Indirizzario
Ho estratto l’elenco delle ambasciate dal link: https://www.embassypages.com/santasede_it . Si dice che è pagina aggiornata al 3 luglio 2023, ma, in effetti, non è aggiornata in modo completo, però è il migliore elenco che ho trovato. Vi sono indicate anche le ambasciate di: Senegal, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Sovrano Ordine di Malta, Spagna, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera, Taiwan, Timor Est, Turchia, Ucraina, Ungheria, Uruguay, Venezuela, ma di queste non è indicato l’indirizzo di posta elettronica. Confido che qualche ambasciatore, magari quello italiano, mi aiutino nella composizione di un elenco più completo e ulteriormente aggiornato, che immagino essere a loro disposizione e che in teoria dovrebbe essere di accesso pubblico.
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Post Scriptum 2: Francesco: un Papa poco Papa
Articolo di Andrea Caldart, del 30 dicembre 2022, tratto dal link: https://www.quotidianoweb.it/attualita/francesco-un-papa-poco-papa/?fbclid=IwAR1RMaKF2OMqziHO8RFcJGYeJJyAdCwJVLJArD2jav90qliFvlhf8TpTjzc. Il titolo è all’originale.
Questo Papa[=link all’originale, https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Francesco ] fin dall’inizio non ha trascinato l’entusiasmo di tutti i cattolici ed anzi, il giorno della sua proclamazione, mentre dalla loggia si annunciava il suo nome, Bruno Vespa in diretta televisiva, rimase per 14 secondi, senza parole. Un silenzio inusuale e che è subito sembrato di stupore, per un nome che nessuno immaginava, o forse fino a quel momento, non si conosceva.
Da quel 2013 il suo pontificato appare un po’ “inedito” perché questo successore di Pietro, sembra più intenzionato a creare unioni con banchieri come i Rothschild, che ad essere un pastore di anime.
Infatti, ha creato un’alleanza con gli esponenti più discutibili dello scorso secolo e dell’attuale, tra i quali, Henry Kissinger e Klaus Schwab, denominata: “Consiglio per il Capitalismo Inclusivo con il Vaticano”.
Era il dicembre 2020, tempi di pandemia quando Lynn Forester de Rothschild [=link all’originale] annunciava al mondo l’accordo con il Vaticano dichiarando: “Questo Consiglio seguirà l’avvertimento di Papa Francesco di ascoltare ‘il grido della terra e il grido dei poveri’ e di rispondere alle richieste della società per un modello di crescita più equo e sostenibile”.
Inoltre, si sottolineava questo: “Il capitalismo inclusivo riguarda, in pratica, la creazione di valore a lungo termine per tutti gli azionisti – imprese, investitori, dipendenti, clienti, governi e comunità”.
Questo “capitalismo inclusivo” prende forma proprio da un’idea della signora Lady Lynn Forester de Rothschild che oggi è la vedova di Evelyn de Rothschild, fondatore della NM Rothschild Bank di Londra.
Sarebbe interessante capire cosa intende Papa Bergoglio per “capitalismo inclusivo” visto i nomi che ruotano attorno a questa operazione tra il Vaticano e costoro che amano definirsi: “Guardiani”.
Infatti, tra i vari “Guardiani” troviamo, Mark Carney, ex direttore della Banca d’Inghilterra, i CEO di Visa, Mastercard, Bank of America, Allianz Insurance e BP, nonché aziende farmaceutiche come Merck e Johnson & Johnson, ma l’elenco è davvero molto lungo.
Sempre per fare mente locale, la Merck aveva taciuto sugli effetti collaterali del suo farmaco antinfiammatorio Vioxx, dei quali si venne a conoscenza, solo quando più di 55.000 consumatori erano morti di infarto [=link all’originale].
Ci perdonerà Papa Francesco, ma a noi questa gente, e ne abbiamo citati solo alcuni, più che “Guardiani” con cui fare accordi, ci sembrano dei “mammasantissima” o peggio ancora, una gang dei bassifondi di Chicago. Stando alle sue dichiarazioni Santità, del 2013: “Voglio mettere ordine nella scandalosa amministrazione finanziaria del Vaticano”, questi “capitalisti inclusivi”, a noi sembrano soggetti di vera dubbia moralità.
E non parliamo della “cantonata” sul caso del Cardinal Becciu, seguendo un articolo di un noto giornale italiano, ma per noi rivedere Sua Eminenza ritornare nel Concistoro chiamato da Lei, ci dà la speranza che anche da un errore, si può costruire la verità.
Non sappiamo cosa sia successo e dove origina la sua decisione di possibili dimissioni, tanto da essere Lei stesso Santità a darne notizia nel corso di un’intervista alla testata spagnola ABC, ma al mondo, non sembra Lei sia impedito nell’esercizio delle sue funzioni.
Come Lei, crediamo che la libertà religiosa, la libertà d’espressione, d’informazione e le libertà individuali, siano diritti umani fondamentali e irrinunciabili. E proprio sulla libertà d’informazione è apprezzabile il Suo gesto di fine marzo 2021 di aver inviato una lettera a Julian Assange, tuttora detenuto ingiustamente nel carcere londinese di Belmarsh, ma della quale non se ne conosce il contenuto. Forse però, avrebbe fatto meglio una telefonata e una lettera pubblica a quell’esportatore di democrazia in stile yankee di Joe Biden che vuole infliggere 175 anni di carcere ad Assange per aver raccontato la verità dei crimini commessi dai soldati americani in Iraq e Afganistan; il mondo l’avrebbe apprezzata di più.
Ci scuserà Francesco se non abbiamo capito il Suo pontificato, la Sua dottrina, ma per noi la religione e l’insegnamento del Vangelo non è quello di stare dalla parte dei mercanti del tempio. E soprattutto nella nostra cultura religiosa, unita attorno alla famiglia, non esiste una teologia neoliberista.
E non possiamo pensare neanche ad una Chiesa dualista riunita in un Concistoro come se si trattasse di un incontro sportivo tra due tifoserie, quella che La sostiene e quella invece che si riconosce nel Papa Emerito Benedetto XVI. Abbiamo bisogno di riprenderci da un disorientamento generale e tornare a vedere una Chiesa custode del depositum fidei, guardiana della Parola di Cristo. Link utili: https://www.ucsusa.org/resources/merck-manipulated-science-about-drug-vioxx
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Post Scriptum 3: Una testimonianza di disagio dal Benin
Un sacerdote del Benin, appartenente alla prelatura personale dell’Opus Dei, fa una dettagliata, sofferta ma serena analisi di varî punti dottrinali sui quali papa Francesco si discosta dalla dottrina cattolica sin qui insegnata. Il sacerdote si chiede: «Dove si sono nascosti i cardinali e vescovi? Sono collusi?» (cfr. https://youtu.be/KXIXFai2U9o ). La didascalia informa che c’è un secondo video che informa della «sospensione a divinis per questo sacerdote. Un’altra vergogna!» (cfr. https://www.youtube.com/watch?v=z2MMo86ZlEk ).
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